GLI UNIVERSI FUMETTISTICI PERDUTI: LA DEFIANT COMICS3 min read

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defiant comicsLa vita non è sempre stata buona con il povero Jim Shooter. Dopo  aver fatto cose pregevoli e cose meno pregevoli in Marvel (e dopo aver fatto vedere a tutti che grandissimo stronzo sapesse essere), riuscì a farsi cacciare in malo modo anche dalla Valiant Comics (di cui era cofondatore). A dire la verità la questione in casa Valiant era più complicata di così e al riguardo sarebbe bene valutare le posizioni di entrambe le parti in causa (Shooter stesso e la Voyager comunications che deteneva le quote di maggioranza della Valiant), ma per il momento accontentiamoci su questa versione dei fatti.

Il punto è che nonostante le avversità, Il buon Jim decise di risalire in sella e riprovarci, fondando la Defiant Comics. 

Un nutrito gruppo di autori che lavoravano in Valiant seguirono Shooter in questa nuova avventura editoriale. In verità furono “gentilmente” invitati dal signor Valiant ad andare a lavorare altrove proprio a causa della loro vicinanza con Shooter, che li riassorbì prontamente nel suo nuovo staff.

Shooter strinse un accordo commerciale con la River Group che all’inizio lo portò alla produzione di figurine ma che in un secondo mmoento gli permise di pubblicare il primo titolo della sua nuova linea editoriale: Plasm.

Titolo sfigato che portò la Defiant Comics alla sua definitiva rovina già dalla sua prima pubblicazione (Plasm #0), ma ci arriviamo dopo.


Pubblicazioni e caratteristiche

La serie Warriors of Plasm (così venne rinominata praticamente subito Plasm) fungeva da vero e proprio collante per l’universo Defiant. Praticamente tutti gli One-shot, le serie e l’unico TP pubblicati dalla Defiant Comics erano legati alla testata principale.

Fino alla chiusura, la Defiant ebbe all’attivo, oltra a Warriors of Plasm, sei serie regolari con uscite regolarmente cadenzate (Dark Dominion, The Good Guys, Charlemagne, Dogs of War, Prudence & Caution e War Dancer), molte delle quali anche accolte con molto favore dalla critica e dal pubblico.

Così come per la Valiant, caratteristica delle pubblicazioni Defiant era la colorazione rigidamente in acrilico. Questo tipo di colorazione in quegli anni era diventata una peculiarità delle produzioni supervisionate da Shooter e si cotrapponeva alla emergente colorazione al computer.

Shooter ricoprì il ruolo di Edito-in-chief per tutta la vita editoriale dell’azienda e diede in più di una occasione una mano nella stesura di soggetti e sceneggiature.

La Defiant Comics si lanciò anche in un bel cross-over. Shooter voleva ripercorrere la strada fortunata che già aveva aperto in Marvel con Secret Wars ed alla Valiant con Unity. Il cross-over si intitolava Schism ed era originariamente composto dalla mini portante di 4 numeri e dagli ovvi tie-in.

I presupposti e le intenzioni dell’operazione erano molto interessanti ed in molte interviste dell’epoca Shooter annunciava tronfio che l’evento si sarebbe pure concluso con la vittoria dei cattivi. Peccato che non potremo mai sapere se dicesse il vero visto che nel bel mezzo di Schism arrivò la…

…fine dei giochi

La notizia della nuova avventura editoriale di Shooter ovviamente arrivò all’ancora avvelenata Marvel Comics.

Non appena venne dato alle stampe il primo albo della neonata Defiant Comics (Plasm #0) la Marvel intentò una causa legale contro di essa.

La causa di basava su una semi-omonimia della testata Defiant con Plasmer, testata pubblicata poco prima dalla Marvel UK (divisione britannica della Marvel, molto attiva nella produzione di fumetti propri fino alla seconda metà degli anni 90).

plasmer

Il povero Shooter si tentò di opporre con tutte le sue forze.  Fece notare come soggetto e trama del proprio fumetto fossero molto distanti da quelli Marvel. La Defiant cambiò anche il titolo della testata in Wariors of Plasm. Alla fine la corte decise di dare ragione a Shooter.

Ricordate però che sopra ho scritto che Jim si oppose con tutte le sue forze? Intendevo letteralmente: le spese legali (di circa 300,000 dollari!!!) svuotarono le casse della compagnia forzandola alla chiusura e alla bancarotta. La Defiant Comics chiuse ufficialmente le pubblicazioni nell’estate del 1995. E praticamente di lei non rimane più nulla. Quasi neanche il ricordo.

Così si concluse la triste epopea degli anni ’90 di una figura come quella di Shooter che tanto ha lasciato nel mondo dei fumetti moderni.

Con questo è tutto. Quì W@lly, passo e chiudo.

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Conte Gracula | <span class="wpdiscuz-comment-count">48 commenti</span>
5 anni fa

Antipatico o meno che sia l’autore, non sopporto quando un colosso attacca qualcuno per queste stronzate. Ancora un po’ e per inventare una storia servirà consultare un team di avvocati!

Conte Gracula | <span class="wpdiscuz-comment-count">48 commenti</span>

Può anche essere uno stronzo da record, ma se la reale motivazione dietro la causa era quella, l’escalation è stata eccessiva. Che ti devo dire, per una causa vagamente simile, non tocco più un gioco Bethesda! 😛

Emanuele | <span class="wpdiscuz-comment-count">98 commenti</span>
5 anni fa

Che palle, ancora una volta non mi ha pubblicato il commento e ho dovuto rifarlo dall’inizio!
Ottimo breve documentario di una casa che avevo solo sentito nominare, dato che i loro pochi fumetti non mi dicono nulla.
Povero Jim, come direbbe il ras del quartiere, fatti un trapianto di culo!
Quindi in America non è come da noi, chi vince la causa non viene rimborsato delle spese legali. E la cosa è assurda dato che l’accusa è partita da un presupposto assurdo!

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